Procedure per lo smaltimento dei rifiuti sanitari: norme e buone pratiche

Condividi su:

Aghi, siringhe, bisturi, garze, guanti, medicinali, fiale. E la lista potrebbe continuare ancora per molto. Quelli che abbiamo elencato, infatti, sono solamente alcuni - i più noti probabilmente - dei rifiuti sanitari ospedalieri generati quotidianamente dalle strutture sanitarie del nostro Paese.

Rifiuti che, come è semplice immaginare, non possono essere gettati nell'indifferenziato e finire in discarica come normali scarti. Si tratta infatti di rifiuti speciali e come tali vanno raccolti, gestiti e smaltiti.

trebbe continuare ancora per molto. Quelli che abbiamo elencato, infatti, sono solamente alcuni - i più noti probabilmente - dei rifiuti sanitari ospedalieri generati quotidianamente dalle strutture sanitarie del nostro Paese.

Nel nostro Paese la regolamentazione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sanitari fa carico a un decreto legislativo e specifici testi unici sull'ambiente, che stabiliscono una precisa classificazione dei rifiuti sanitari, grazie alla quale è possibile stabilire facilmente il loro grado di pericolosità e le modalità di smaltimento.

Nei prossimi paragrafi vedremo insieme cosa prevede la normativa sui rifiuti sanitari, come si differenziano i rifiuti sanitari (e quali sono quelli pericolosi), chi è il responsabile dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri e perché affidarsi a una ditta esterna per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri in sicurezza è una soluzione ottimale.

La normativa sui rifiuti sanitari e il contesto legale italiano

La raccolta, la gestione e il corretto smaltimento dei rifiuti sanitari nel nostro Paese è regolata principalmente da due pilastri normativi: il Decreto Legislativo n. 152/2006 (noto come Testo Unico Ambientale) e il Decreto del Presidente della Repubblica n. 254/2003 (regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari).

Si tratta di una disciplina complessa e rigorosa, che stabilisce una precisa classificazione dei rifiuti sanitari e fissa paletti, tra i quali gli operatori di settore che devono attivarsi.

La legge e i decreti: il quadro di riferimento per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri

Il Dlgs. 152/2006 stabilisce il quadro generale per la gestione dei rifiuti, classificando i rifiuti derivanti dall'attività ospedaliero-sanitaria come rifiuti speciali (Art. 184, comma 3, lett. h), richiedendo quindi un regime di tracciabilità e smaltimento più stringente rispetto ai rifiuti urbani.

Il DPR 254/2003, invece, definisce dettagliatamente le classificazioni e le procedure operative per la gestione dei rifiuti sanitari. È in questo Decreto presidenziale, in particolare, che viene stabilita una rigorosa classificazione di questa tipologia di rifiuti, distinguendo tra quelli pericolosi e quelli non pericolosi e definendo le modalità che devono essere seguite per il loro smaltimento.

Classificazione dei rifiuti sanitari

Nel dettato normativo vengono individuate 5 categorie all'interno delle quali è possibile far ricadere i vari rifiuti prodotti da ospedali, strutture sanitarie e laboratori di varia natura.

 

 

La gestione operativa: dalla produzione del rifiuto allo smaltimento finale

Per minimizzare i rischi per la salute e l'ambiente è necessario che i rifiuti prodotti da studi medici, ospedali e strutture sanitarie siano trattati in maniera adeguata. Questa fase copre l'intero ciclo di vita del rifiuto, dalla sua produzione nel reparto o nello studio medico, fino al definitivo smaltimento in impianti autorizzati. Come si può immaginare, si tratta di procedure complesse e rischiose ed è necessario che siano svolte da personale formato e altamente qualificato.

Eco Coop, con il suo servizio di smaltimento di rifiuti sanitari nell'area di Milano, Monza e provincia, può garantire pieno supporto lungo l'intero processo di gestione dei rifiuti ospedalieri. Il team di professionisti di Eco Coop si occupa sia della separazione e dell'imballaggio dei rifiuti sanitari, sia dello stoccaggio temporaneo e del successivo smaltimento degli stessi. Il tutto garantendo standard di sicurezza e qualità elevatissimi: tutte le operazioni saranno svolte in piena conformità con regolamenti e normative vigenti, riducendo allo stesso tempo l'impatto che le procedure di smaltimento hanno sull'ambiente.

Separazione e imballaggio: le buone pratiche per la sicurezza

La prima fase - quella della raccolta e della separazione dei rifiuti - è di cruciale importanza per ridurre rischi di contagio e contaminazione. In base alla classificazione fatta dal DPR 254/2003, i rifiuti ospedalieri devono essere raccolti e separati seguendo un iter specifico.

 

 

Stoccaggio temporaneo e trasporto

Sempre il Decreto presidenziale già citato stabilisce anche le modalità operative e le tempistiche che regolano lo stoccaggio e il trasporto dei rifiuti sanitari "differenziati". Una volta separati, i rifiuti vanno avviati verso un deposito di stoccaggio temporaneo, all'interno del quale non possono restare per più di cinque giorni dalla chiusura del contenitore.

Successivamente, i rifiuti vengono avviati allo smaltimento o termodistruzione (in base alla categoria di rischio a cui appartengono). Il trasporto è affidato a ditte specializzate che utilizzano il Formulario di Identificazione Rifiuti (FIR) per garantire la tracciabilità dei rifiuti nel loro percorso verso l'impianto di destinazione.

Contattaci per saperne di più e per trovare una soluzione allo smaltimento dei tuoi rifiuti sanitari.

Condividi su:
Categoria: Smaltimento Rifiuti

Articoli
Correlati

Quali mezzi si usano per lo sgombero neve su strade e autostrade?

Sgombero Neve
Leggi Articolo

Come rendere la distribuzione merce nella GDO più efficiente: 5 consigli

Facchinaggio
Leggi Articolo

Chi è, cosa fa e perché scegliere un Facility Manager in outsourcing

Pulizia e Sanificazione
Leggi Articolo